Le ricchezze dei popoli nel medioevo erano fondate anche
sugli animali: sull’allevamento, sulla caccia e sulla pesca, perché da queste
attività si ricavavano: carne, latte, uova, pesce, molluschi, pelli, pellami,
pellicce, lana, seta, ma anche: perle, avorio, profumi, coralli e conchiglie
porcellanate usate come monete. Marco Polo descrisse moltissimi animali, che
non erano mai stati visti in Europa, soffermandosi anche sulle tecniche di
caccia o di pesca, sia per la particolarità che per la magnificenza, come la
caccia spettacolare del gran khan che nella caccia utilizzava animali
addestrati come: elefanti, mastini, falchi, aquile, leopardi, linci e tigri.
Ho raccolto in un bestiario le descrizioni di tutti animali
citati da Marco Polo per la loro utilità e il loro valore economico, per le
dimensioni enormi, per la bellezza o la stravaganza, cercando di
indentificarli, e di raccontarne le caratteristiche principali ed alcune
particolarità. Tra i vari animali citati ci sono anche gli animali mitologici,
che non esistono, il cui mito però prende origine da animali reali come: il
leoncorno, il leone guardiano imperiale, il grifone, il roc, la viverna, il
gatto mammone, il drago cinese e i cavalli bucefali, ma anche gli uomini con la
coda, gli uomini-scimmia, gli uomini-orso, e gli uomini con la testa di cane.
Marco Polo è stato senza dubbio uno dei primi naturalisti del mondo e le sue
osservazioni risultano essere ancora oggi molto interessanti.
Claudio Costa medico veterinario da anni studioso poliano.