Alla
mia “fiorente” età (92 anni) posso ancora congratularmi con la mia persona. Svolgo
una quantità di lavori impegnativi, seppure con una certa lentezza. Comunque li
completo spesso. Bado alla mia villetta a schiera, al giardino che richiede
molta attenzione, al mio lupetto un po’caparbio e dedico parecchio tempo nell’uso
del computer. Lo faccio per redigere romanzi, racconti e poesie che, nei
concorsi letterari, ricevono quasi sempre il massimo degli elogi. Ovviamente mi
dedico anche ad altre fatiche strettamente necessarie. In ogni caso tutto
questo gestire mi permette di vivere una vita interessante, nonostante la
vecchiaia avanzata. Il mio è un mondo colmo d’interessi. Se sono in grado di
farlo, aiuto gli amici che si trovino in difficoltà e provvedo a porgere denaro
alle associazioni che si preoccupano della povertà. Devo dire che, a volte, mi
capita di commettere qualche pazzia. Piuttosto raramente, ma accade. Allora mi
appello ad un proverbio medioevale che trovo oltremodo interessante: “Semel in
anno licet insanire”. Una volta all’anno è lecito fare follie. E questo mi
tranquillizza.