Secondo
l’autrice quasi tutti scrivono: una pagina di diario, un appunto al volo, un
pensiero da organizzare, la comunicazione per qualcuno. Sono piccoli atti
creativi che andrebbero premiati con una rilettura consapevole.
L’autrice ama
ricordare di aver scritto filastrocche in rima baciata per la sua bambina, riadattando
linguaggio e contenuti col passare degli anni, sempre su uno sfondo di giocoso
affetto.
Occuparsi di
comunicazione aziendale è stata l’opportunità di mettere sotto la lente il
potere della parola e di esprimere nel contempo attitudini personali.
Affrancata da
vincoli e obiettivi, la sua scrittura è andata sciogliendosi e ha sperimentato forme
nuove, come il racconto breve.
L’autrice è
convinta che per raccontare ai bambini occorra posizionarsi alla loro “altezza”
con una manciata di fantasia e di inventiva, ingredienti capaci di restituire a
boomerang il sapore degli spazi aperti, l’evasione dal preconfezionato, la
dimensione di magìa.
Già questi
sono fattori di benessere, senza pretese di attrarre un lettore che forse non
esiste.
Se questo
lettore esiste, l’autrice ne è felice e gli sorride.